Lory Cocconcelli parla di: La notte era bianca di neve di Anna Cibotti

 

Un romanzo assolutamente affascinante. Un viaggio durante il quale personaggi che in apparenza non hanno nulla in comune, costretti a trascorrere la notte insieme in un riparo di fortuna, si raccontano a vicenda rivelando un vissuto che li assimila più di quanto non sembri. Ognuno di loro ha una storia tragica e misteriosa alle spalle. Tutti tranne uno. Un personaggio che l’autrice mantiene abilmente ai margini della narrazione per poi farlo sbocciare nella chiave di volta. Un uomo, metafora della coscienza, che spingerà i viaggiatori a prendere atto delle loro menzogne, di una verità edificata con arguzia per sedare i loro sensi di colpa nei confronti del mondo e di loro stessi. Ed ecco che, colpo di scena, le storie che avevano raccontato prendono tutt’altra forma. Se ogni azione porta con sé un’inevitabile conseguenza, quelle dei protagonisti del libro saranno fatali e ineluttabili, regalando al lettore un finale a sorpresa.

La prosa di Anna Cibotti, minuziosa, fluida e densa di suspence, ci regala un romanzo nel quale ci si cala come in un film e spinge il lettore a una riflessione imprescindibile. Quante volte nel raccontare di noi, della nostra vita e dei nostri affetti manipoliamo la verità a nostro uso e consumo, finendo per aderire a ciò che non è?

 

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